Diving

Escursioni subacquee ai migliori punti di immersione della Costa Saracena e delle Isole Eolie.

La secca di Capo Calavà

La secca è in realtà una lunga cigliata che da circa 18 mt scende fino a 35 mt. La struttura rocciosa, rifugio ideale per polpi, murene e saraghi, segue la linea della costa concedendo, in ogni istante, la vista sul mare aperto animato da barracuda, carangidi e dentici.

Lo scoglio di Patti

Detto anche “a petra in mezzu u mari”, offre un fondale roccioso di profondità da 1 a 40 mt con numerosi scogli e anfratti, rifugio di una varietà di pesci come saraghi, corvine, scorfani, polpi, cernie, murene e gronghi. Una presenza rigogliosa di vita bentonica la troviamo lungo la parete lato est, dove non è difficile incontrare piccole aragoste che fanno capolino dalle proprie tane. Nel Settembre del 2015, ad una profondità di 15 metri, è stata collocata la statua della Madonna Nera del Tindari. Alla base della statua l’iscrizione: “In memoria dei caduti in mare. O Madre veglia su di noi”.

Secca di Tindari e grotta dei gamberi

È una delle secche più nota e ambita dai subacquei esperti. Si tratta di una montagna che si erge da un fondale di circa 100 metri, fino al sommo del cappello che si trova a 28 metri dalla superficie.
L’ immersione viene svolta intorno al cappello della secca, dove si possono ammirare stupendi rami di gorgonia rossa e gialla.
I grossi anfratti della secca sono riparo sicuro per le grosse cernie che la abitano insieme a numerose murene, polpi, aragoste e gronghi. Per i subacquei tecnici, la possibilità di visitare la grotta che attraversa la secca ad una profondità di circa 45 mt, dove all’interno possiamo ammirare migliaia di gamberetti che ricoprono totalmente le pareti della grotta, insieme alle numerose ed enormi mustele.

Scoglio del Quaglietto

La più classiche fra le immersioni dell’isola di Vulcano. Il grosso scoglio staccato dal resto dell’isola, con le pareti che scendono a picco sul mare, ci riserva oltre alla rigogliosa vita bentonica, una grotta alla profondità di circa 24 mt con un ingresso molto ampio da permettere comodamente la sua esplorazione.
All’entrata troviamo la statua di una Madonnina adornata da alcuni spirografi, mentre nell’ultima camera della grotta vivono numerosi gamberi parapandalo.
All’esterno il fondale si presenta in una splendida franata dove trovano riparo numerose cernie, polpi, aragoste e granseole. Incontreremo piccoli tratti di pareti tempestate di astroides, spugne e stelle marine tra cui la stella pentagono.

Pietra Menalda

Il più piccolo dei due faraglioni di Lipari, ci offre un’immersione molto interessante. Il fondale costituito per la maggior parte da enormi massi sovrapposti. Una sommità che da circa 40 metri sale fino ai 16 mt è frequentata da dentici e da numerosissimi barracuda che spesso ci mostrano le doti di imbattibili predatori. Risalendo possiamo nuotare lungo una parete tempestata di coloratissimi parazoanthos e astroides in compagnia di numerose castagnole.

Le Formiche a Lipari

Su un fondale ricoperto di Posidonia e abitato da castagnole si erge una secca che sale sino ad affiorare in superficie: ricca di anfratti, scogli ed angusti passaggi brulicanti di vita fra cui spiccano colorate spugne e nudibranchi. Luogo adatto a interessanti spunti fotografici.
Profondità: dai 5 mt ai 30 mt sotto il livello del mare.

Il relitto di Lisca Bianca a Panarea

La prua della nave scorgere a 28 mt di profondità. Il relitto giace sul fondo in posizione di navigazione e quindi ci permette di farsi ammirare dall’alto. La poppa si trova a 42 mt di profondità e l’elica è perfettamente conservata e visibile. Relitto di un cargo inglese, affondato dopo aver urtato contro gli scogli di Lisca Nera. È spezzato in tre tronconi, di cui il prodiero ed il poppiero son in buono stato, mentre il centrale è molto rovinato. È l’unico relitto visitabile, in quanto tutti i relitti di navi romane presenti in zona, sono interdetti alle immersioni.
Profondità: min. 28mt, max 45 mt